↓bottom↓
La nostra immaginazione è tesa al massimo; non, come nelle storie fantastiche, per immaginare cose che in realtà non esistono, ma proprio per comprendere ciò che davvero esiste. Richard Feynman (USA, 1918-1988)
la più antica mappa del mondo tavoletta d’argilla babilonese, risalente forse al VI secolo a.C. ed esposta oggi al British Museum
ipotetica ricostruzione del planisfero di Anassimandro (uno dei più antichi di cui si abbia notizia, ca. VI secolo a.C.)
Ricostruzione dell'ecumene di Ecateo di Mileto (ca. VI secolo a.C.)
Ecumene di Erodoto (ca. V secolo a.C.)
mappa di Eratostene di Cirene (III secolo a.C.)
Planisfero di Tolomeo, ricostituito dalla Geographia tolemaica (circa 150 d.C.) nel XV secolo, che mostra la "Sinae" (Cina) all'estrema destra, oltre l'isola di "Taprobane" (Sri Lanka, più grande del normale) e l'"Aurea Chersonesus" (penisola del Sud-Est asiatico)
il mappamondo di Martin von Behaim (1492) nel museo di Norimberga
una copia si trova a Roma a Villa Celimontana
Colombo i calcoli sulla cirfonferenza terrestre e i suoi viaggi
- - -
il planisfero di Cantino presso la Biblioteca Estense di Modena (1502)
il mappamondo di Giovanni Caboto (1540), l'esploratore italiano cui è intitolata l'università JOHN CABOT UNIVERSITY
Ortelio fu il primo a notare l'impressionante corrispondenza tra i bordi dei continenti africano e americano ai lati dell'Atlantico, così ipotizzò che le Americhe si sono staccate dall'Europa e dall'Africa a seguito di terremoti ed inondazioni. Tali osservazioni rimarrano solo ipotesi finchè Alfred Wegener formulò, nel 1912, la teoria della deriva dei continenti, da cui derivò la teoria della tettonica a placche
. . .
altri planisferi del XVI secolo
. . .
Marie Tharp in collaborazone con Bruce Heezen, tra il 1957 e il 1977 redassero la prima mappa dettagliata del fondo oceanico rivelando la presenza della Dorsale Medio Atlantica
. . .
“… In quell'Impero, l'Arte della Cartografia giunse a una tal Perfezione che la Mappa di una sola Provincia occupava tutta una Città, e la mappa dell'impero tutta una Provincia. Col tempo, queste Mappe smisurate non bastarono più. I Collegi dei Cartografi fecero una Mappa dell'Impero che aveva l’Immensità dell'Impero e coincideva perfettamente con esso. Ma le Generazioni Seguenti, meno portate allo Studio della cartografia, pensarono che questa Mappa enorme era inutile e non senza Empietà la abbandonarono all'Inclemenze del Sole e degl'Inverni. Nei deserti dell'Ovest rimangono lacerate Rovine della Mappa, abitate da Animali e Mendichi; in tutto il Paese non c’è altra reliquia delle Discipline Geografiche. (Suárez Miranda, Viajes de varones prudentes, libro IV, cap. XIV, Lérida, 1658)”.
↑top↑